Si è svolta lunedì 21 presso la sede dell’ANIA di Milano la seconda riunione tra l’associazione delle imprese e le associazioni rappresentative degli agenti di assicurazione (Sna, Unapass e Anapa).
Il secondo incontro ha avuto come centro di discussione il ruolo dell’agente oggi, ovvero come le nuove norme abbiano modificato l’attività dell’agente.
Per l’ANIA erano presenti Franco Ellena (responsabile della commissione distribuzione), Vittorio Verdone (direttore centrale auto, distribuzione e consumatori) e altri dirigenti delle imprese.
Secondo l’ANIA per firmare un nuovo accordo c’è bisogno prima di tutto di differenziare i contratti tenendo conto di due tipologie di agenti: quelli più integrati con le compagnie di assicurazione e quelli più autonomi, che lavorano con più società, in pratica i plurimandatari. Secondo le compagnie c’è bisogno di rivedere dalle fondamenta il rapporto tra compagnie e agenti, tenendo conto del grado di intensità della relazione. Applicando un trattamento diverso non tanto sotto il profilo economico, quanto per esempio nella formazioni o per i trattamenti di fine mandato.
Critica la posizione dello SNA. In una nota del Sindacato infatti viene definita sorprendente “l’insistenza” con la quale ANIA ha proposto alle rappresentanze degli agenti “di introdurre una differenziazione di trattamento tra agenti integrati, che “liberamente scelgono” di mantenere un patto di esclusiva con la compagnia ed agenti liberi, che hanno scelto di essere plurimandatari. Secondo questa visione, sarebbe naturale prevedere una disparità anche dal punto di vista delle tutele“.
“Mentre Anapa si è dichiarata contraria, in linea di principio, alla differenziazione di trattamento tra agenti mono e plurimandatari, Unapass si è mostrata possibilista (offrendo così un assist alle imprese per fissare un prossimo incontro, finalizzato alla scrittura della nuova definizione di agente, che ANIA, appunto, vorrebbe differenziata in due figure professionali). Lo SNA si è reso disponibile al dialogo ed a condividere l’esame di possibili soluzioni finalizzate a rimodulare alcuni aspetti dell’Accordo Nazionale Agenti vigente, ma anche perentoriamente contrario a qualsiasi discriminazione tra agenti monomandatari ed agenti plurimandatari, considerando la figura unica un caposaldo non negoziabile”.
Secondo lo SNA l’appuntamento è “servito a scoprire le carte. Da un lato l’ANIA sembra avere le idee molto chiare: rimodulare la figura professionale degli agenti di assicurazioni secondo una logica del “divide et impera” (e c’è da scommettere che molti monomandatari saranno sempre più oggetto di “lusinghe” in vista della firma di un possibile nuovo accordo nazionale); dall’altro le associazioni minori che provano a barcamenarsi fra nobili intenti e interessi personalistici; infine, lo SNA, l’ultimo vero baluardo della categoria (anche grazie alla perseveranza del Presidente, Claudio Demozzi) impegnato a tutelare – non senza margini di rischio – i criteri fondanti la figura professionale di agente di assicurazioni”.
Per quanto riguarda ANAPA, Vincenzo Cirasola ha dichiarato di aver “preso atto con soddisfazione, che martedì, dopo una prima fase di dibattito e chiarimento tra tutte le parti, siano scomparse, da questo tavolo di lavoro, le ambigue figure dell’agente “senza mandato” oppure “indipendente”. Ritengo che questo sia un importante punto di partenza, che a mio avviso, va valorizzato, perché ha visto, almeno su quest’aspetto, unite le tre sigle di rappresentanze degli agenti, da cui proseguire la trattativa per la riforma di un nuovo accordo collettivo che rappresenti e tuteli la figura di agente professionista”.
La nuova associazione rappresentativa degli agenti auspica, quindi, che la categoria riesca a partire dai punti che “ci uniscono e non da quelli che ci dividono e che lo Sna sul proprio house-organ la smetta di fare distinzioni tra associazioni maggioritarie o minoritarie, o lanciare attacchi, anche di carattere personale, a coloro che hanno opinioni o visioni diverse o altre strumentali dichiarazioni finalizzate a creare ad arte divisioni nella rappresentanza agenziale. I nemici sono da un’altra parte. Tutti coloro che hanno a cuore le sorti degli agenti, compresi i Gruppi Aziendali, dovrebbero piuttosto adoperarsi seriamente con pragmatismo, per risanare la precaria redditività di numerose agenzie, non solo di piccole, ma anche di grandi dimensioni, tralasciando la demagogia e la propaganda, che certamente non aiutano in questa fase a garantire la sopravvivenza delle imprese-agenzie in difficoltà, aggravandone al contrario il disequilibrio economico in cui la loro gestione versa da anni”.
I lavori per il rinnovo dell’ANA sono dunque ancora alle battute iniziali. La prossima riunione, già fissata per il 6 novembre, dovrebbe rivestire un profilo più tecnico. L’impostazione generale, secondo Cirasola “dovrà vertere su una ri-definizione del quadro di riferimento dei rapporti tra imprese e agenti, attraverso la configurazione di una vera e propria “cornice normativa”, volta a stabilire le modalità di accensione e di chiusura del rapporto agenziale, nei limiti della quale ogni gruppo agenti andrà “a latere” a completare la “tela del quadro”, tramite gli accordi integrativi in essere e/o le future negoziazioni con la propria compagnia mandante”.